Scusa, ma tu sei un Ironman?
di Roberta Liguori
Scusa, ma tu sei un Ironman?
Me lo trovo davanti improvvisamente, sul percorso pedonale del lungomare di Riccione in cui sto facendo il mio allenamento quotidiano di corsa.
Un bambino sugli otto anni, minuto, un enorme cespuglio di capelli castani che sembra ribellarsi a ogni tentativo di controllo. Occhi così grandi da sembrare surreali.
Mi fermo improvvisamente, metto in pausa il Garmin.
“Sì, sono un Ironman.”
Per un attimo temo che lui si riferisca al personaggio degli Avengers, ma dal suo sguardo sembra che sappia il fatto suo.
“Quindi tu hai nuotato per 4 km, se andata in bicicletta 180 km e poi hai fatto una maratona vero?”
Ok, non stiamo parlando degli Avengers.
“Esatto. E l’ho fatto diverse volte sai?”
“Sì, lo so perché sei andata anche ai Mondiali di Kona, ce l’hai scritto nella maglia.”
Ok ragazzino, hai decisamente catturato la mia attenzione.
Sto per chiedergli come mai ne sappia così tanto di triathlon ma la sua domanda arriva prima.
“E come hai fatto?”
Se fosse stato un adulto avrei risposto un po’ sarcasticamente: ho nuotato, ho pedalato e ho corso. Ma essendo un ragazzino decido di essere meno letterale, casomai fare l’Ironman fosse il suo sogno.
Che poi, perché questo ragionamento? Perché ci sentiamo responsabili di difendere i sogni dei bambini, ma non facciamo lo stesso con gli adulti?
“Mi sono allenata molto. E facevo sempre un pochino di più di quello che il mio allenatore mi diceva di fare”.
“mh”. Guarda verso il basso. “Anche io l’altro giorno ho fatto un giro in più degli altri bambini in pista sai? Faccio atletica io! Anche io da grande faccio l’Ironman!”
Lo afferma con un orgoglio che mi commuove.
“Bravissimo, con questo atteggiamento anche tu andrai a Kona, ne sono sicura!“
Mi sorride con tutti i denti del mondo, sta per girarsi e andarsene poi fa una cosa completamente inaspettata. Si volta di scatto, mi abbraccia forte le gambe e se ne va salutando con la mano.
Di tutto il percorso del ritorno ricordo solo che tentavo di non inciampare.
Le lacrime che mi riempivano gli occhi erano così tante che non riuscivo a vedere la strada.
[ Roberta Liguori ]